La giornata internazionale della famiglia: un po’ di storia

La giornata internazionale della famiglia è stata istituita nel 1994 dalle Nazioni Unite. Si celebra ogni anno il 15 maggio. Riflette l’importanza che la comunità internazionale attribuisce alla FAMIGLIA.

La FAMIGLIA, stando alla definizione in ambito storico/sociologico, è di base una comunità umana formata da individui tenuti insieme da vincoli di sangue e affinità.

È il 19 maggio 1975 quando, a larghissima maggioranza, e con la sola astensione del Movimento Sociale, il Parlamento approva la legge 151. Il 1975, in Italia, è l’anno della riforma del Diritto di Famiglia. E’ una riforma decisiva per lo sviluppo giuridico e sociale italiano che riconosce alla donna una condizione di completa parità con l’uomo, all’ interno della famiglia. Dalla separazione per colpa si passa a quella per intollerabilità della prosecuzione della convivenza, viene garantita una tutela giuridica dei cosiddetti «figli illegittimi», nati cioè al di fuori del matrimonio. Più recentemente, fondamentale per le famiglie, è stata la legge del 2016 che regolamenta le unioni civili e che introduce anche in Italia il riconoscimento giuridico della coppia formata da persone dello stesso sesso.

La famiglia post–moderna vede un ritorno alla famiglia estesa, sia in senso verticale (famiglia allungata, con i nonni, i figli maggiorenni ed i nipoti) sia in senso orizzontale (parenti della stessa generazione o famiglie allargate).

I figli restano generalmente a lungo nella casa dei genitori, sia a causa dei problemi economici, che non consentono loro di vivere da soli, sia a motivo del rinvio delle responsabilità adulte per la paura del futuro, paura che fa rinunciare a sognare e realizzare un progetto di vita a lungo termine.

Dal matrimonio alla convivenza

Dalla centralità dei figli a quella del singolo, da un modello unico di famiglia a una pluralità di forme: i cambiamenti hanno avuto luogo a partire dall’attenuarsi delle disparità sociali e dall’estensione del lavoro femminile ai ceti della media borghesia.

Così come il matrimonio o la convivenza non trasformano automaticamente due persone in una coppia, altrettanto la nascita di un figlio – biologica o adottiva – non necessariamente crea di per se stessa dei genitori. L’unione tra due persone e la costituita famiglia non costituiscono semplicemente dei fatti sociali, ma rappresentano soprattutto degli stati emotivi.

La formazione di una coppia stabile è un fenomeno socio–culturale più complesso che il semplice vivere in due: significa condividere l’idea di un progetto e scegliere di realizzarlo insieme.

Il fine ultimo diventa quindi l’amore: in primo luogo verso se stessi (il soggetto impara a conoscersi, ad accettarsi e ad amarsi non solo per i propri pregi, ma anche con i suoi limiti) e quindi amore verso gli altri (nell’accettazione dei loro limiti, riconosciuti simili ai propri).

Si tratterà di un amore che non comprende una conoscenza solo emotiva e idealistica di tipo infantile, ma anche una conoscenza e quindi una accettazione razionale dell’altro. Il raggiungimento della maturità morale diventa pertanto un problema di crescita nella dimensione dell’amore: è cioè il momento del passaggio da un amore irrazionale (per me, per un altro e per un mondo ideali) ad un amore razionale (per me, per un altro e per un mondo reali e quindi, in quanto tali, limitati).

La famiglia italiana continua a essere un punto fermo e sicuro su cui si può sempre contare, nonostante negli ultimi 30 anni si sia trasformata significativamente.

È sicuramente diversa rispetto al passato e sorprendentemente più felice, tradizionale da un lato ma anche moderna e aperta, attenta all’ambiente e con legami ancora forti con la famiglia d’origine. Ma è anche una famiglia che vede più rischi rispetto a 30 anni fa, più preoccupata per il lavoro, per la propria sicurezza e per la sostenibilità economica futura.

Quest’anno la festa della famiglia ha un valore più forte

Vista la situazione che abbiamo vissuto causa emergenza Covid-19, tanti rapporti si sono rafforzati. Messi in quarantena abbiamo riflettuto sul valore di un abbraccio, sulla libertà di andare a casa dei genitori quando lo si desidera e di stare insieme organizzando uscite in famiglia e con le amiche. Tutti noi abbiamo cambiato le nostre abitudini per il bene comune ed anche questo, secondo me, è stata una dimostrazione di amore nei confronti dei familiari lontani.

 

Emile Durkheim già nel 1888 affermava

“Non esiste un modo di essere e di vivere che sia il migliore di tutti. La famiglia oggi non è né più né meno perfetta di quella di una volta: è diversa, perché le circostanze sono diverse”.